L'AFGHANISTAN N'EST PAS FAIT POUR LES FEMMES !
Afghanistan: attrici minacciate di morte, recitare è un crimine morale
Recitare equivale a commettere un ”crimine morale” se a farlo sono giovani donne, magari non accompagnate nella loro carriera da parenti di sesso maschile.Lo è in Afghanistan dove un’attrice, Benafsha, è stata colpita a morte con diverse coltellate, mentre le sorelle Areza e Tamana, anche loro attrici, sono riuscite a sopravvivere alle ferite e a chiedere aiuto. Un aiuto che, pero’, rischia di non venire dalle autorita’ afghane che, invece di perseguire i loro assalitori, potrebbe arrestare le donne per aver commesso ”crimini morali”.
Secondo il procuratore che sta indagando sul caso, Ghulam Dastegir Hedayat, ”la donna non è stata uccisa per il suo lavoro, ma perché si è rifiutata di avere rapporti con il gruppo” di uomini che poi l’ha assalita. Una richiesta, prosegue il procuratore, che dipende dallo stile di vita non consono delle donne, orfane del nord del Pakistan, che vivevano in tre in una casa senza una compagnia maschile.
”Credo che a ucciderla sia stato l’odio della gente di qui, ne sono sicuro al 100 per cento”, ha dichiarato Yaqin Ali Khalili, titolare del locale frequentato dalle donne prima che una di loro fosse uccisa. Un odio che si conferma nelle minacce di morte ad altre attrici nel Paese. Una di loro, la giovane Sahar Parniyan, dopo essere stata minacciata ha deciso di nascondersi.
”Ricevevo minacce telefoniche a mezzanotte, alle due del mattino, mentre stavo dormendo. Usavano parole molto brutte e mi ripetevano: ‘sarai la prossima a essere uccisa’”, ha detto la Parniyan in un’intervista al quotidiano britannico ‘Guardian’ da un luogo segreto.
“Non possono continuare la mia carriera di attrice in Afghanistan, nonostante io ami il mio lavoro. I Talebani sono contro le donne, ma ci sono anche altri gruppi.
L’Afghanistan non è fatto per le donne, siano o meno attrici”.
AKI
(lisistrata.com)
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